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Marzo 2022 - Recensione a cura di Francesca Mezzatesta Storico e Critico d'Arte

Piera Fonzo nasce a Roma nel 1963 oggi vive a Tivoli, e studia pittura presso le discipline pittoriche della Libera Università Igino Giordani dal 2016-2017

Dal 2008 inizia la sua ricerca intimistica nel colore attraverso la tecnica ad olio su tela ed acquarello e dal 2012 al 2019 è presente in numerose mostre in territorio nazionale, riceve premi prestigiosi in qualità di “migliore artista”.

Premi meritati grazie alle sue opere, espressioni libere e di impatto di “ideale bellezza” (Goethe), immagini che come un'istantanea prendono vita dalla sua memoria accogliendo tutte le emozioni che poi sono trasmesse all'osservatore.

La quintessenza di un romantico impressionista, che avvolge con empatia, con i suoi linguaggi stilistici riconoscibili al primo sguardo.

Assistiamo a finestre aperte a sinestetici suoni, profumi o cromie, interpreti di un tempo nostalgico, che accende di moti introspettivi, l'armonica poetica pittorica di Piera Fonzo.

La natura, suo giardino interiore e metafora custode di sentimenti più profondi e intimi dell'artista, specchio di variegati “stati d'animo”, fonte di ispirazione.

La sua pittura, tra passione e estro, ritrova sensazioni surreali suggestioni, sinonimo dei significati profondi di vita e dei suoi valori affettivi.

Il suo “modus pingendi”, compendia liriche di paradisiaci scorci e giardini, che descrivono l'importanza del suo territorio sia storico, archeologico che naturalistico, con tutto il fascino del mito ad essa riconducibile, che ne intensifica il fascino.

Spesso visioni della antica villa romana e dei suoi giardini di Tivoli, quale spazio aperto, tra la natura composta e a volte più selvaggia, descritta con andature di pennello che inseguono i moti e i fruscii del vento da più parti sull'erba e dall'altra il fluire del bianco di cascate e dei loro gorgoglii di intensità evocativa di voci Sè.

Scenari che avvolgono di sensazioni sinestetiche tra le cromie smaltate da lei usate nei verdi e nelle tonalità accese dei fiori.

In alcune opere, echeggia anche la cultura orientale con i suoi simboli tra analogia di temperamenti umani e natura, come nell'opera: ”Hanami”.

L'artista simboleggia con la strada all'infinito il viale del pensiero e della memoria che la conduce oltre quel punto di fuga dalla madre, un viale alberato in prospettiva creato da una successione di alberi di ciliegio (Sakura).

La sensazione (mono-no-awara) di malinconia, attraversata lungo “oltre il limen”, da macchia scenografica di rami in fiore, dai splendidi rosa.

L'artista si avvale di significati che caratterizzano la tradizione nipponica, da proprio ad aprile celebrando una festa di primavera.

Ma al significato di rinascita, vi è anche quello di caducità della vita associato alla fragilità e alla breve vita di questi fiori, che in pochi giorni cade sulla terra e si metamorfizza.

Per L'artista dipingere da anni è divenuta una necessità che la riconnette grazie ai rassicuranti colori e la grazia dei suoi scenari, ad interpretare la vita nella sua essenza più pura.

Le sue tele divengono così anche per chi ne fruisce “una terapia cromatica”, linguaggi che con grazie e gentilezza Piera ci dona, insieme alla speranza per un mondo in cui poterci rispecchiare, come segno di primavera di pace non solo intimistica anche universale, una pittura che lascia vibrare il cuore ma anche l'anima.

Settembre 2019 - Testo di Irene Pazzaglia:

La rappresentazione di paesaggi naturali di lussureggiante bellezza trasporta l'osservatore in una sorta di paradiso bucolico che dona pace interiore, delineando il volto di una Natura benevola e dispensatrice di armonia. Lo scorrere limpido dell'acqua, i fiori variopinti che ricoprono le colline, il verde brillante delle foglie creano una dimensione ultrasensoriale che avvolge chiunque osservi le opere, rendendolo parte dell' infinita bellezza del creato. Il colore è protagonista dei dipinti; grazie al contrasto cromatico e alla sua pennellata, l'artista riesce a creare un effetto tridimensionale in modo che all'osservatore sembra di entrare effettivamente nei sentieri verdi e lussureggianti, di ammirare i fiori desiderando di coglierli e di ascoltare il rumore delle acque desiderando di immergervisi.

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Gennaio 2019 - Testo di Roberto Perdicaro:

Piera Fonzo esprime una pittura che trova nel paesaggio il suo motivo ispirativo essenziale. Sono luoghi che vengono reinterpretati attraverso una lettura che, superando l'oggettività, giunge ad una visione pienamente poetica. La natura è rappresentata come una realtà sublimata, resa con un vivace senso del colore per mostrare il fascino di un mondo rivisitato attraverso atmosfere sensibilmente evocative.

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Testo pubblicato sul catalogo L'élite 2019

Gennaio 2018 - Testo di Roberto Perdicaro:

Piera Fonzo mostra nel suo lavoro artistico una ricerca estetica basata su una visione figurale costituita da una vibrante essenza poetica. Una rappresentazione idilliaca della natura, presentata come luogo di una realtà mitizzata. E' il risultato di un momento ispirativo che, in piena libertà espressiva, ricrea elementi di una sottintesa atmosfera, densa di armonia e felice senso di libertà

Testo pubblicato sul catalogo L'élite 2018

Aprile 2016 - Testo di Gianni Boattini:

Nei dipinti di Piera Fonzo la natura del paesaggio, del figurativo si esprimono in una pura semplificazione del segno. Un segno, a ben vedere, non sostenuto da integerrime nozioni accademiche ma determinato nell’interpretazione più assoluta. È un possibile nell’impossibile. La composizione, in questa prima fase di sperimentazione si struttura e si sviluppa, nel paesaggio, in un ritaglio a scena di teatro. Una singolarità che si denota nelle linee di demarcazione coloristiche che l’artista usa nelle sue opere. I piani, disegnati o dipinti fluiscono in un crescendo di profondità permeate di luce.

Densi, quando presenti, sono i verdi della flora, estasiata da un movimento minuziosamente flessuoso. Gli azzurri si distendono rassicuranti offrendo ai cieli fresche tonalità e suggestive sfumature alle calme acque dei mari e dei laghi.

Non sorprende, nel paesaggio, l’assenza della figura umana. Una scelta probabilmente voluta dall’artista per non interrompere l’amplesso emozionale derivante dai suoi dipinti. Tuttavia, l’assenza di figure umane evidenzia una vita interiore, spirituale molto pronunciata. Un continuo bisogno di introspezione, un rifugio dove adagiare ricordi ed emozioni.

Nelle opere di Piera Fonzo non ci sono colori violenti. Le forme sono per lo più tondeggianti e armoniche. Metaforicamente, le stesse sono riconducibili alla spensieratezza infantile, alle rotondità rasserenanti. La tecnica pittorica impasta e stende il colore con morbidezza tentando di alleggerire la materia stessa.

L’artista tenta, nella raffigurazione dei suoi paesaggi, di cogliere l’essenza misterica della vita sublimandone, al contempo, la bellezza narrativa.

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